GIU' LA MASCHERA ZORRO

di Luca Ciuffoni (del 01/02/2012)



IL PANATHLON DI PESARO AFFASCINATO DA ANDREA ZORZI
Ospite per tutta la giornata, “Zorro” ha incantato tutti, dai giovani agli adultiPESARO- Instancabile il Panathlon Club di Pesaro che non smette di diffondere i valori positivi dello sport grazie ad ospiti eccezionali. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’ex-pallavolista Andrea Zorzi, indimenticabile opposto della Generazione di Fenomeni.
Accompagnato dal presidente del Club Alberto Iaccarino, Zorzi è stato protagonista Venerdì 24 di una giornata intensa e gratificante, scandita da ben tre eventi organizzati dal Panathlon. Una bella sfida per “Zorro” che ha parlato a generazioni diverse di come lo sport possa davvero essere maestro di vita. Al PalaSnoopy alle ragazze del minivolley della società diretta da Barbara Rossi, Zorzi ha chiesto di continuare ad impegnarsi e anche a sacrificarsi. Grazie alla disponibilità del Dirigente Scolastico, Prof. Guerrino Ottaviani, al mattino si era svolto un incontro all’Istituto Alberghiero  Santa Marta di Pesaro, dove lo sportivo ha dato agli studenti un segnale di quanto sia importante fare attività motoria, per costruire o ritrovare una naturale rapporto con il proprio corpo. Si è rinnovata così anche la collaborazione tra Panathlon e il Santa Marta dopo l’incontro dello scorso anno con l’atleta Monique van der Vorst, che testimonia l’impegno del Club pesarese di aprirsi sempre di più ai giovani.
L’epilogo della giornata è stata poi la conviviale con i soci del Panathlon, anticipata da una visita all’allenamento della Scavolini Pesaro. Dopo la cena, Zorzi ha proposto dei brevi filmati di un progetto di ricerca e comunicazione dal titolo “Tracce di sport” (consultabili su www.traccedisport.it); tra questi uno aveva protagonista Pesaro e Walter Magnifico. L’ex pallavolista ha lanciato a tutti la sfida della partecipazione allo sport, perché non basta dire ai giovani che lo sport fa bene, bisogna anche essere dei modelli positivi. E il primo passo potrebbe essere la riscoperta degli impianti sportivi spontanei, come le spiagge o i parchi pubblici, dove si può giocare liberamente a tutte le età.
Ma Zorzi è stato disponibile anche a rispondere a tutte le domande che si sono concentrate soprattutto sul mondo della pallavolo, insieme al suo amico e compagno di nazionale Roberto Masciarelli. Zorzi ha spiegato perché si è ritirato presto dall’agonismo: non riusciva a trovare le motivazioni giuste per continuare e non sopportava più le sconfitte. E proprio per questo ha deciso di non fare l’allenatore, perché non divertendosi più come giocatore non sarebbe di sicuro riuscito a divertirsi da tecnico. Ha poi sostenuto che non sempre un bravo giocatore possa diventare un bravo allenatore, perché il talento nel giocare non sempre si accompagna al talento nell’insegnare.
Impossibile però non ritornare su quella nazionale italiana campione di tutto, la squadra del secolo. “Zorro” ha parlato di Velasco come un tecnico che chiedeva molto ai suoi giocatori, di cui però aveva una fiducia smisurata. Ha raccontato di allenamenti durissimi e di come nella pallavolo l’individualità sia il nemico più grande. Quando un giocatore non ce la faceva più per la stanchezza, i compagni lo aiutavano ed è così che il gruppo si è cementato e ha potuto superare tutte le difficoltà e vincere quello che ha vinto. Infine, Zorzi ha anche confessato il suo disagio per l’altezza. Infatti per anni ha sempre detto di essere alto 2,01 metri togliendosi quattro centimetri.
Una giornata davvero riuscita quella del Panathlon di Pesaro, cui si è aggiunto un nuovo socio, il dottor Glauco Generali.




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