IL PANATHLON CHIUDE IL CONGRESSO NAZIONALE DI ARTROSCOPIA DEL PROFESSOR ZINI
di Luca Ciuffoni (del 01/10/2013)
Conviviale congiunta tra Pesaro e Fano sulla medicina sportiva
PESARO- Ha avuto la sua coda in una conviviale organizzata dai Panathlon di Pesaro e Fano il Congresso Nazionale della Società Italiana di Artroscopia che si è tenuto a Pesaro grazie al Professor Raul Zini. Ospiti dei due Presidenti dei Club Alberto Iaccarino e Massimo Seri, oltre ovviamente a Zini, anche il giornalista Alberto Cerruti, l’esperto di economia e politica dello sport Filippo Grassia, l’allenatore di basket Cesare Pancotto, il professor Pietro Tonino medico di numerose società sportive a Chicago, Piero Volpi ex medico sportivo dell’Inter e Lucio Zanca ex G.M. della V.L.
Durante la cena con i soci Panathlon, Zini ha sottolineato le conclusioni raggiunte dal Congresso. Da una parte è stato consolidato il rapporto con lo sport che permette all’artroscopia di fare grossi passi avanti. Zini ha usato l’esempio delle auto della Formula 1 sulle quali vengono testate delle innovazioni tecnologiche che poi saranno installate in futuro anche nelle utilitarie. Lo stesso vale per l’artroscopia che punta ad un recupero celere dei grandi atleti con tecniche che poi potranno essere utilizzate anche quando sotto i ferri ci andranno i normali cittadini. Dall’altra parte però non bisogna mai dimenticare gli aspetti biologici e psicologici, perché il corpo e la mente hanno tempi di recupero che è necessario rispettare per non infortunarsi di nuovo.
Un esempio lo ha fornito Pietro Tonino con il caso di Derrick Rose, numero uno dei Chicago Bulls. Nei playoff 2012 Rose si è infortunato al legamento crociato sinistro, ma nonostante tutte le pressioni non ha voluto forzare il suo rientro e non ha giocato neanche una partita della stagione successiva.
Ad integrare il discorso ci ha pensato Piero Volpi, ricordando l’esperienza fatta all’Inter e tirando le somme della tre giorni di Congresso. È assodato ormai il concetto che lo sport a livello professionistico determina una forte usura fisica e lo dimostrano i dati in crescita sugli infortuni. Per invertire la tendenza si dovrebbe puntare sulla prevenzione che però da sola non basta. C’è un aspetto infatti che viene poco discusso, ma che il Congresso Nazionale della SIA ha centrato, ed è il post carriera. L’intensa attività sportiva può infatti lasciare delle malattie professionali anche invalidanti. La medicina dovrebbe concentrarsi di più su questo, per non far sentire gli atleti abbandonati.
Il senso della conviviale si trova nel messaggio che il Panathlon e i suoi ospiti hanno voluto lanciare. Sarebbe bene che gli atleti crescessero con una sana cultura del proprio corpo e con la consapevolezza che la salute è un valore che si conquista giorno per giorno. Un messaggio importante inviato nell’ultimo incontro organizzato dai due Presidenti.
Nel corso della serata è stato premiato il socio Dott. Piero Benelli medico della Nazionale di volley maschile che recentemente ha conquistato l’argento agli Europei.
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