Panathlon: Trapianti e Sport. Per non mollare mai.

di Massimo Fiorentino (del 14/10/2016)



 
Il Panathlon Club Pesaro, guidato da Barbara Rossi, ha organizzato in collaborazione con la sezione cittadina di AIDO (Associazione Italiana Donazione Organi e Tessuti) l’incontro “Sport post Trapianto”, che ha visto riuniti atleti trapiantati e medici, per rispondere ad alcune domande: un trapianto di organi permette di salvare una vita altrimenti destinata a terminare anzitempo? E una volta salvata, questa vita può tornare ad essere normale? C’è qualche trucco per ri-ottenere una vita normale? Lo sport può essere uno di questi “trucchi”?
Il socio Gabriele Riciputi, vicepresidente regionale AIDO, ha ricordato come il dono di un organo da parte di un paziente morto sia rigorosamente normato dalla legge (forse la più efficiente al mondo), ma come gli organi a disposizione non siano ancora sufficienti per rispondere alla somma delle richieste, e dunque quanto sia importante sensibilizzare la popolazione sulla possibilità di donare i propri organi.
Si sono poi succedute le diverse testimonianze, che hanno bloccato a lungo l’attenzione dei presenti.
“Quando ho ricevuto il trapianto di reni, è stato un dono prezioso – ha detto Carlo Silvi, 68 anni, atleta plurimedagliato ai Giochi europei e mondiali per trapiantati nelle specialità volley, bowling, petanque, lancio del disco -. Qualcuno in quel momento mi ha donato la vita. Questo ha permesso a me e mia moglie di adottare una bambina, alla quale abbiamo di fatto regalato una nuova vita. Un giro virtuoso che non sarebbe mai nato, se non ci fosse stato un donatore”.
“Non ho un reale interesse a conoscere il nome della persona che mi ha donato rene e pancreas – ha detto invece Margherita Mazzantini, Coordinatrice di Aned Sport, l’associazione italiana emodializzati che organizza i Giochi sportivi nel nostro Paese e rappresenta l’Italia con le sue squadre all’estero, oltre che plurivincitrice di medaglie d’oro, d’argento e di bronzo a diverse edizione dei Giochi mondiali di lancio della palla, del giavellotto e a petanque – ma più di una volta ho sentito il desiderio di conoscere il mio “fratello di organo”, la persona che ha ricevuto l’altro rene dal mio stesso donatore. Sarei curiosa di sapere chi è, come vive, che storia ha”.
“Nel mio mestiere credo di avere visto ogni cosa, dal punto di vista medico – ha dichiarato Filiberto Martinelli, ex Primario di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Pesaro, sportivo praticante, ex Campione del Mondo di “corsa lunga” per medici – eppure ogni volta che assisto alla riuscita di un trapianto mi emoziono e provo la stessa gioia che sento dopo una vittoria in gara”.
Sara Anzanello, già campionessa del mondo volley e trapiantata, che nel pomeriggio aveva incontrato le giovani atlete della Volley Pesaro, ha voluto testimoniare come la volontà sia una componente essenziale per riappropriarsi della propria vita, dopo avere subìto un trapianto di organo.
Samantha Ciurluini, che continua a giocare a pallavolo dopo un trapianto di polmoni, ha invece ricordato la differenza tra prima e dopo l’intervento: “prima entravo in affanno al minimo sforzo, anche solo allacciarmi le scarpe; dopo non riuscivo a smettere di correre, come facevo prima di ammalarmi”.
Molto toccante, infine, l’intervento del dottor Francesco Mazzanti, anestesista e rianimatore, coordinatore per l’attività del prelievo di organi e tessuti all’Ospedale di Pesaro: “Il trapianto migliora nettamente la qualità di vita del paziente, ad esempio un dializzato costretto a vivere vincolato a lungo ad una macchina a giorni alterni; e consente anche un notevolissimo risparmio di risorse al Sistema Sanitario Nazionale, visto che il paziente torna ad avere una vita normale. Ma il momento più drammatico è quando abbiamo un paziente deceduto che non ha espresso in vita la volontà di donare. Si deve dunque chiedere l’autorizzazione ai parenti, in quel momento straziati dal dolore per la morte di un congiunto, arrivata magari all’improvviso dopo un incidente. La spinta a farlo è data dalla certezza di riuscire a salvare un’altra vita, pur avendo appena assistito ad una morte”.
Ad inizio di serata, Barbara Rossi aveva premiato per meriti sportivi due giovanissimi studenti del Liceo Scientifico, Lucrezia Carletti della Judo Fazi e Pietro Bocconcelli della Consultinvest basket, che hanno ricevuto un abbonamento alla stagione sportiva della Vis Pesaro da Giuliano Amadori, e della Pesaro Rugby da Simone Mattioli: “Si tratta di due ottimi studenti che vantano la media dellī8 a scuola ed ottengono risultati sportivi di rilievo – ha dichiarato il professor Giancarlo Damen –. Sono molto lieto che due nostri studenti meritevoli vengano premiati in una serata così importante”.




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