Il Panathlon ricorda Gianluca Mattioli: grande arbitro FIP
di Tanja Stocchi (del 01/04/2018)
I soci del Panathlon Club Pesaro hanno accolto con silenzio e commozione le parole di amici e colleghi di Gianluca Mattioli, l’arbitro pesarese recentemente scomparso.
Una serata ad alto impatto emotivo quella che il club pesarese ha dedicato al ricordo di Mattioli.
Ad aprire la conviviale la presentazione di Gianni Manieri, nuovo socio del Club, accolto dal Governatore Panathlon Area 5 Marche Emilia Romagna, Luigi Innocenzi.
“Questa serata è un pensiero di tutti i Soci del Club di Pesaro a Gianluca Mattioli, nostro concittadino, uomo di sport e per lo sport come tutti noi - ha esordito la Presidente Barbara Rossi - Lo sport unisce nella gioia e nel dolore, l’ho visto chiaramente qualche settimana fa, dopo la morte del calciatore Astori; ho in mente l’immagine dei compagni uniti dopo il gol, in un cerchio, abbracciati, con un’intensità diversa da quella di sempre dopo un punto segnato. Gli ospiti di questa sera li vedo allo stesso modo, come un cerchio intorno a Roberta e ai suoi famigliari, perché in queste persone ho sentito il legame e l’affetto, la vicinanza per questa famiglia.”
“Il Panathlon è un Club di servizio ed è al servizio dello sport - a portare i saluti dell’area 5 Marche Emilia Romagna, è il Governatore Luigi Innocenzi - Ricordare una persona che ha onorato lo sport è una nota di merito. Una serata particolare, piena di significati e valori, lo sport è anche questo, onorare chi ha fatto tanto per lo sport. Gli arbitri hanno un compito particolare, spesso subiscono critiche. Sarebbe bello se nello sport non servissero arbitri, ma le regole ci sono, servono, e vanno rispettate, e il compito degli arbitri è anche far capire a chi assiste allo spettacolo che le regole sono indispensabili. Onore a chi con il suo lavoro si è messo al servizio dello sport.”
“È facile vedere come Gianluca affrontava un ruolo difficile come quello dell´arbitro, per lui era una gioia - il ricordo di Gianluca Sardella, Arbitro nazionale FIP e Presidente AIAP - Per noi è stato un esempio importante, ci ha insegnato tantissimo. Aveva la grande forza di riuscire a ridurre le distanze tra arbitro, giocatori e società in campo, e lo faceva mantenendo il massimo livello di professionalità.”
“Gianluca è l´arbitro della pallacanestro italiana che conosco da più tempo - le parole di Stefano Tedeschi, Commissario straordinario CIA e Presidente Comitato Regionale FIP Emilia Romagna - Sapeva trovare sempre il modo di creare empatia e vicinanza. Ci ha mostrato che si può essere un grande arbitro senza porsi come un avversario. Che essere naturali, con un sorriso, a volte vince di più di un intervento duro, di autorità. È questo il messaggio che lascia. È una grande perdita per il nostro mondo.”
“Nel 1981 io avevo 40 anni, lui 24, con me ha debuttato in eccellenza - ricorda Francesco Pazzaglia, Delegato Provinciale FIP PU - Aveva la capacità di essere sempre positivo e sereno. Ha portato al debutto in serie A mio figlio, gli sono stato sempre molto grato. Non ci vedevamo spesso, ma quando avevamo occasione di vederci era sempre un momento di gioia.”
“Gianluca era l´arbitro più importante che abbiamo avuto nella nostra regione, e nonostante ciò era il più disponibile - aggiunge Davide Paolini, Presidente Comitato Regionale FIP Marche - È stato per il nostro mondo una persona speciale. Dobbiamo dire grazie a Gianluca per quello che ha fatto, che ci ha dato, anche nelle discussioni, ma soprattutto dobbiamo ringraziarlo per la sua meravigliosa famiglia. Era una persona vera.”
“Prima di tutto era una grande persona, che ha costruito una grande e bellissima famiglia e una grande carriera, con il sorriso - fa eco Ario Costa, Presidente della Victoria Libertas Pesaro - Anche nelle discussioni riusciva sempre a mantenere il sorriso, un grande arbitro ma soprattutto una grande persona.”
“In questi mesi la famiglia Mattioli mi ha fatto riflettere su quanto amiamo lo sport e in particolare la pallacanestro - ha raccontato Stefano Cioppi, direttore sportivo della Victoria Libertas Pesaro - Mia figlia ha deciso di iniziare il percorso da ufficiale di campo, poche settimane dopo la scomparsa di Gianluca ho incontrato sua moglie Roberta che mi ha detto di non poter mancare alla prima partita a referto di mia figlia. Questo mi ha fatto capire quanto amiamo la famiglia del basket, e questo è stato un messaggio straordinario di Roberta.”
“Gianluca era un fuoriclasse, era chiaro a tutti quelli che lo conoscevano – il ricordo del dottor Massimo Mancino - Apparteneva a una categoria ristretta di uomini, aveva talento per la vita, non solo per la pallacanestro. Ha scelto un settore ma qualsiasi cosa facesse la faceva bene. Si è applicato in un settore ed è arrivato al top, ma credo che qualunque cosa avesse deciso di fare nella sua vita sarebbe arrivato in cima dappertutto”.
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