La bellezza del movimento raccontato a tre voci

di Tanja Stocchi (del 25/03/2019)



La storia dell’arte, l’arte coreutica e l’arte dell’aereo: risorse integrate per promuovere la bellezza del movimento 
Il Panathlon Club Pesaro da anni è vicino al mondo scolastico con iniziative per i giovani.
Il Club pesarese ha dedicato la serata conviviale al progetto “… IN MOVIMENTO …, ciclo di incontri tra Sport e Cultura organizzati dal Prof.re Roberto Venerandi per gli studenti dell’Istituto “G. Benelli”.
“Ho sempre pensato che lo sport abbia una grande valenza educativa – ha esordito il Prof.re Roberto Venerandi, docente di educazione fisica - L’idea di questo progetto, di cinque incontri, è nata ragionando sulla didattica inclusiva; l’Istituto Benelli ha infatti molti studenti stranieri ed extracomunitari. Mi è capitato di vedere i miei alunni in un laboratorio di meccanica, attenti, concentratissimi, traspariva la loro passione. Così ho pensato di ideare qualcosa per loro. Mi piaceva l’idea di portare il concetto di bellezza in questo istituto, bellezza che i ragazzi vedono anche in un pistone, un motore o uno strumento di lavoro. Volevo dare di più ai miei studenti e ho pensato di fargli vedere la bellezza sotto aspetti diversi.”
“Per me è stato un piacere partecipare a questo progetto – ha commentato Marco Liboni, tecnico Informatico esperto di Aerodinamica Motoristica - Tutto quello che faccio è basato sulle emozioni. La prima volta che ho visto un pistone mi sono emozionato e da li è nata la mia passione per i motori, ho fatto di tutto per poter lavorare in quell’ambiente. Ho lavorato per 20 anni nella galleria del vento per studiare forme aerodinamiche. L’aerodinamica coniuga le forme e un movimento che può portare un’emozione forte.”
“Da anni mi occupo di educazione all’arte e al patrimonio artistico, anche agli adulti – ha aggiunto Antonella Micaletti, docente di Storia dellŽArte Contemporanea allŽAccademia di Belle Arti di Urbino - Mi sono chiesta come trattare questo tema con i ragazzi, e ho pensato di illustrargli come l’arte significhi essere “fuori dai canoni”, ho cercato di raccontare come l’arte contemporanea si connoti per il fatto di non disegnare o rappresentare il movimento, ma di usare il movimento. L’artista non rappresenta più una figura in movimento ma è lui stesso in movimento. Jackson Pollock per primo teorizza di non dover più rappresentare nulla; tutte le pulsioni, tutto il movimento interiore, deve arrivare sulla tela, non pensando come farlo, ma facendolo direttamente. La mia idea è stata far conoscere ai ragazzi gli artisti che hanno usato il loro corpo per fare arte, in modo autentico, cercando di uscire fuori dai canoni preimpostati, non solo per essere ribelli o originali, ma per fare qualcosa in cui si crede veramente, qualcosa di autentico. Illustrare lŽuso e la rappresentazione del corpo nellŽarte come veicolo e testimonianza del proprio tempo, il corpo dellŽartista che interagisce con la propria opera in modo dinamico. Ed è questo che ho augurato ai ragazzi, di trovare il proprio stile, il proprio movimento, il proprio ritmo.”
“Nello sport si parla molto di fluidità del movimento, e in questo non si può non pensare alla danza -  Claudio Gasparotto, danzatore e Coreografo - La danza è considerata folkloristica in Italia, è la Cenerentola dello sport in questo paese. È vero che il cibo sostiene la vita, ma il movimento la esprime. Non è necessario avere un’età per muoversi, o un corpo icona. La parola danza è una babele, spesso si confonde con il balletto classico, in realtà la danza è scrittura creativa, un altro modo di fare poesia che tutti possiamo fare. I giovani sono contenitori energetici ma non sanno usare questa energia che così a volte diventa violenza, perché non hanno creatività, bisogna dargli degli strumenti. Ho fatto vedere ai ragazzi che la danza è per tutti, appartiene a tutti. È un momento di inclusione ed integrazione. Per dimostrare questo ho mostrato ai ragazzi un progetto dedicato alle persone diversamente abili.”
“Abbiamo scelto un tema insolito per questa serata – conclude la Presidente del Panathlon Club Pesaro, Barbara Rossi - l’abbiamo voluto anche per questo, per uscire dagli argomenti usuali dello sport. Abbiamo intuito subito l’interesse di questa proposta. Ci vuole tanta sensibilità per mettere insieme arti diverse, che sembrano così lontane, poi ci si rende conto di come il movimento le leghi tutte”.




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