COLLEMAR-ATHON: UNA CORSA NELLA STORIA, NELLE TRADIZIONI CULTURALI E GASTRONOMICHE DELLE MARCHE - 7A EDIZIONE

di Marcello Ciamaglia, foto di Guido Fabrizi (del 03/04/2009)



Una grande serata di sport e di vita è stata la conviviale organizzata dal Panathlon per presentare la 7^ edizione della “ColleMar-athon”. La serata si è aperta con la toccante cerimonia di consegna del Premio “Una vita per lo sport” assegnato per l’anno 2009 alla memoria del socio, recentemente scomparso, Paolo Albini Riccioli. Nessuna parola di circostanza, ma solo sentimenti veri e commossi quelli indirizzati dal presidente Carlo Campanari, in ricordo di Albini, al momento della consegna della medaglia al figlio Ubaldo.

Spazio quindi ad Annibale Campanari e Claudio Patregnani organizzatori della ColleMar-athon che, come hanno spiegato i due relatori, si sta guadagnando spazi interessanti nel panorama delle maratone italiane. Sempre più sono, infatti, gli atleti attirati da questa gara che riesce ad abbinare ad un percorso interessante dal punto di vista tecnico il fascino del paesaggio che dalle verdi colline di Barchi accompagna i maratoneti al blu del mare di Fano attraverso borghi storici ed artistici di bellezza incomparabile. Numerosi i campioni ospiti della serata che con i loro interventi hanno restituito ai presenti l’essenza vera di uno sport dove l’impegno e la tanta fatica quotidiana si trasformano in gioia di correre.

Nelle brevi interviste condotte dal giornalista e maratoneta Leonardo Oliva questo è stato il filo comune che ha legato gli interventi di Giacomo Leone ultimo italiano a vincere la prestigiosa maratona di New York, di Giorgio Calcaterra campione del mondo della 100 km., di Marco D’innocenti primo italiano alla recente maratona di Roma, della pesarese Laura Giordano neocampionessa italiana di maratona e dell’ex azzurra Laura Fogli. E’ anche emerso come negli anni sia cambiato in modo sostanziale l’approccio alla corsa e all’agonismo. Si è passati infatti dalle due maratone annuali che correva Giacomo Leone a fine anni ’90 alle oltre 20 che corre oggi Giorgio Calcaterra che, peraltro, detiene il record mondiale di Maratone corse in un anno solare sotto il muro delle 2h20'00 (16 nel 2000) avendo collezionato ad oggi la partecipazione ad oltre 180 gare. Diverso, si diceva, anche l’approccio agonistico.

Lo stesso Calcaterra, che per la cronaca lavora come taxista a Roma, ha raccontato ai presenti come atleti del suo valore si rendano oggi disponibili a correre facendo, quello che in gergo viene chiamata “lepre”, con la funzione sostanziale di dettare il ritmo alla corsa per permettere l’abbassamento dei tempi finali della gara. Grande emozione ed interesse tecnico ha trasmesso anche la pesarese Laura Giordano che ha incentrato il suo intervento sulle metodiche di allenamento che le hanno permesso di diventare campionessa italiana di maratona pur venendo da una specialità come il duathlon.

I soci del Panathlon ed i campioni presenti hanno  anche potuto apprezzare Padre Claudio Pantaleo frate della Diocesi di Urbino campione di maratona dei religiosi. Il giovane sacerdote nel suo brillante intervento è riuscito a comunicare le sensazioni gioiose di chi riesce a far convivere la pratica sportiva con l’intenso impegno sacerdotale.




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