Fefè De Giorgi: un collezionista di trofei, un vincente generoso, un esempio di fair play

di Tanja Stocchi (del 17/12/2019)



Ex pallavolista italiano ed allenatore di pallavolo, attualmente alla guida della Lube Volley Civitanova, Ferdinando De Giorgi è stato l’ultimo ospite del 2019 del Panathlon Club Pesaro.
Un racconto coinvolgente che ha suscitato l’attenzione dei numerosi soci presenti, che non hanno risparmiato applausi e risate in risposta agli aneddoti raccontati.  Tra i presenti:  Giorgio Dainese, Vice Presidente del Panathlon Internazionale; Luigi Innocenzi, Governatore dell’Area 5; Fabio Sturani, responsabile della segreteria del presidente della Regione Marche; Fabio Luna, Presidente CONI Marche e Fabio Franchini, Presidente FIPAV Pesaro e Urbino.
“Ho sempre pensato che nessuno poteva mettermi limiti, volevo raggiungere i miei obiettivi – Esordisce Fefè De Giorgi - Ho iniziato a giocare a pallavolo perché i miei genitori non volevano che giocassi a calcio. Mi sono appassionato a questo sport ma continuavo a sentirmi dire che se fossi stato alto 5 cm in più avrei potuto giocare ad altri livelli. Il limite dell’altezza esisteva, ma non mi fermavo a quello. Tutta la mia attenzione era riposta nello sviluppare le mie qualità tecniche. Sono passato dalle giovanili alla serie B, poi alla serie A2 e alla serie A, ho continuato a sentir parlare dei miei limiti finché non sono arrivato in nazionale. Non mi sono lasciato fermare, mentre tutti si limitavano alla critica e al limite io cercavo di capire se potessi comunque trovare la strada per arrivare a quei livelli. Sono uno di quei 3 o 4 giocatori che hanno vinto 3 mondiali consecutivi, e questo mi rende orgoglioso. Ho avuto la fortuna di arrivare in nazionale in un momento positivo, un periodo particolare, si è creato un grande gruppo di atleti con un grande allenatore. Una concomitanza importante per la mia carriera. Abbiamo fatto un percorso incredibile in quegli anni, abbiamo vinto tanto, ma abbiamo anche perso partite importanti, non abbiamo mai vinto un’olimpiade. Sono orgoglioso di aver fatto parte di quella nazionale, così come lo sono di aver chiuso la mia carriera, a 42 anni, giocando la mia ultima partita proprio con la maglia della nazionale. Negli ultimi anni della mia carriera da giocatore ho ricoperto anche il ruolo di allenatore. Ho capito di voler fare l´allenatore strada facendo.
Nella mia carriera da allenatore ho un ricordo indelebile di Pesaro, è qui che ho vinto il mio primo scudetto, con la Lube nel 2005 contro la Sisley Treviso. Ho lavorato per un lungo periodo all’estero, un passaggio importante, sentivo l’esigenza di fare un percorso nuovo, e mi ha insegnato tanto. Nel 2018 il ritorno in Italia. Avevo un progetto con una squadra polacca, iniziavo a volermi riavvicinare a casa, sia per un discorso di carriera che familiare. Lavorare a quei livelli è un privilegio, ma ha anche costi altissimi. Ho avuto la possibilità di tornare alla Lube, una squadra che già conoscevo, con potenzialità enormi e vicino alla mia famiglia. Non è stata una scelta facile ma non potevo far passare una simile occasione. Adesso posso dire che ho fatto la scelta giusta. Abbiamo avuto un 2019 da incorniciare, abbiamo vinto il Campionato e quattro giorni dopo la Champions League, ora il Mondiale per Club che chiude il cerchio. È il risultato di un percorso, iniziato a dicembre e costruito passo passo.”
“Ci tenevo a chiudere il mio quadriennio con un ospite importante – Conclude la presidente del Panathlon Club Pesaro, Barbara Rossi - De Giorgi ha una storia significativa di vittorie ed esperienze nel mondo della pallavolo, e ha avuto un 2019 stellare. Mi fa piacere per il club e i soci aver portato un ospite di questo valore, sportivo, ma soprattutto umano”.




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